martedì 30 marzo 2010

Chi trova un amico -virtuale- trova un bel po' di cose...

Insomma, a me Seth Godin piace (dal suo blog ho già attinto un po' di volte) E sul suo blog oggi c'è una chicca niente male:

"Real world friends are hard to find and hard to change.

But virtual friends?

If your online friends aren't egging you on...

If your online friends don't spread the word about the work you're doing...

If your online friends aren't respectfully challenging your deeply held beliefs...

If your online friends don't demand the best from you...

Then perhaps you need new online friends."

Insomma, il vedere gli amici virtuali (perchè se i clienti sono diventati persone, i contatti sono amici virtuali, chiaro?) come stimolo diretto a sè stessi è un taglio un po' diverso dal "raccogliere stimoli dalla rete".

E' un passo in più, fondamentale se ci si vuole ritenere parte di una comunità-tribù (chiamatela come volete). Gli stimoli generici vanno bene, ma quelli particolari, quelli diretti proprio a te: se hai la fortuna sei così bravo hai una reputazione tale da averne molti, tienine conto. Se ancora non è così, lavoraci sopra. O cambia amici virtuali :)

PS: se poi ne cerchi di nuovi, piccola regola: più sono diversi da te, più i tuoi amici virtuali saranno stimolanti. Ah, ultimissima: tutte ste cose valgono pure per le aziende che vorrebbero una comunità on line...




La foto è di The Principia Flickr

mercoledì 24 marzo 2010

Cosa non si farebbe per un link in più


"Links are the lifeblood of the web. Without fresh links, your website has no authority in the engines or consistent referral traffic."

La frase è da un post di online Marketing Blog sul SES-New York 2010*, che riferisce le idee emerse da una tavola rotonda fra esperti di sta roba.

A parte trucchetti vari, link automatici o scambiati e compagnia bella, sto Aaron Kahlow secondo me ci ha preso in pieno:

"Aaron decided to be interactive and not give a presentation (e già mi stai simpatico). He gave just a few tips before turning over the panel to an audience Q&A.

Content – If you don’t have great content, there’s no reason anyone should link to you.

Personas/branding – If you don’t have a personality or aren’t comfortable with yours, you’ll never form the affinity necessary to gain links.

Social – Every time you create something, ask yourself if your colleagues/constituents would share.

Friends – Make sure you build relationships with those who are link magnets.

Suggestions:

1. Decide who your target market is, and then address them appropriately. For example, you can’t “geek out” and get technical if your audience is not.

2. Make sharing simple and easy. For example, if your audience is active on Twitter, leverage the Tweetmeme button on your blog.

3. When you find things you like, say something about it and link to it as opposed to always linking to the source."


Riassumendo (ma un po' ne avevo già scritto)
  • - tratta di cose che interessano le persone
  • - sii credibile, fatti una reputazione (è una conseguenza del primo punto, non è scontato)
  • - parla la lingua -ed usa gli strumenti- di chi ti ascolta
  • - per ricevere, devi anche dare
Poi vanno bene tecniche di SEM, SEO e tutto il resto. Ma ricordarsi che il posizionamento parte dalla comunicazione (cosa diciamo e cole lo diciamo) la vedo come una cosa un tantino importante...


*acronimo di Search Engine Strategies... roba seria, con un sito da anni '80


La foto è di Nick in Atlanta

giovedì 18 marzo 2010

Marketing - Packaging: faranno rima per qualcosa?


Vi ricordate quell'esempio -ormai quasi leggenda- citato quando si parla dei vari metodi per fare marketing? Sì, quello di Colgate che allargò il buco da cui usciva il dentifricio per aumentare le vendite.

(C'è sempre stato qualcosa che non mi convince in questo esempio: quasi un sotterfugio per far consumare più dentifricio.)

Quello che rimane vero è che il packaging rimane parte integrante della comunicazione di qualsiasi prodotto. Appuntiamocelo tutti su un post-it, ma ricordiamocelo, perchè in giro si vedono cose tristi.

Ma qualcuno se lo ricorda bene, e quindi viene fuori "method laundry detergent": infinite sono le strade attraverso cui a volte passa il marketing...

- risparmia in spazio (chi ha ancora un angolo libero sotto il proprio lavandino)
- meno rifiuti (che un po' di green mktg non si rifiuta a nessuno di sti tempi)
- è facile da dosare (odio i tappi salvagoccia, con i quali regolarmente spando ammorbidente per mezzo bagno)

Insomma, fare promozione ad un prodotto così diventa poi facile...


(da Signal Vs. Noise)

martedì 16 marzo 2010

Heineken mica sa fare solo birra...


Quando un'iniziativa in rete mi fa rimanere così...
Non ne sapevo nulla, mi era sfuggito anche l'eco sui media tradizionali che hanno seguito l'evento: l'ho visto oggi su Adverblog
Penso a tutte le strategie inventate per rendere virale un avvenimento, un video, o qualsiasi altra cosa, e che non reggono il paragone con questa.

Rimane sempre vero: conta solo -o quasi- l'idea. Poi si trova il modo di fare tutto il resto. Ma quando c'è un'idea vincente sotto, il risultato arriva!

Ora rimaniamo in attesa diq ualche scopiazzatura sparsa: quelle arrivano sempre :)

sabato 6 marzo 2010

Scrivvere per il uebb

Solo pochi giorni fa si parlava da ste parti della velocità -relativa- di internet confrontata con gli altri media.

La riflessione, successiva ma lenta (sarà il freddo di questi giorni?), è stata... quindi cosa cambia nelle regole della comunicazione?

Riprendiamo Ogilvy: "not rules, fools, tools". Cambia lo strumento, il mezzo. Nient'altro.

"In internet bisogna catturare l'attenzione di chi legge in 10 secondi". Perchè, in una pubblicità su un giornale o in tv, crediamo di avere più tempo?

Credetemi, la signora sessantenne non interessata da quello che sta leggendo girerà pagina più velocemente di quanto un quattordicenne possa cliccare sul mouse per andare sulla sua pagina Facebook.
Avete dubbi? Fermatevi davanti alla vetrina di un qualsiasi parrucchiere, e ne avrete la prova.

Internet non cambia nulla: qui comunicazione bisogna farla, e farla bene. Come -mi dicono- è sempre stato. L'ipertesto non sarà la soluzione ai dubbi sul congiuntivo, o ad un payoff debole. Anzi, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe finire su Facebook davvero. E lì i danni sarebbero leggermente peggiori...


La foto è di AngMoo

mercoledì 3 marzo 2010

Ma sto internet, quanto costa?!? O meglio, per quanto tempo costa?

Quanto costa un sito? O meglio: quanto costa "essere su internet"? Ed avere visitatori?
Domande sentite un po' troppe volte, pensando che una risposta non c'è...

Sgombriamo il campo da facili ottimismi: non è gratis, ed a volte nemmeno tanto economico...

Mi sono trovato a discutere qualche volta sull'investimento giusto da fare in internet per un'azienda: ammontare, strumenti, fornitori...

L'unica cosa su cui posso mettere la mano sul fuoco, è che qualsiasi cifra si spenda, è necessario -purtroppo- continuare ad investire. Un investimento serio su internet dovrà essere pianificato per almeno 3-5 anni?

Mica solo perchè "dopo-6-mesi-il-sito-è-vecchio-bisogna-rifarlo". Però se si spendono dei soldi per la rete (sito, adwords, chi più ne ha...), è necessario spalmare l'investimento su un tempo medio lungo. Altrimenti si buttano via soldi e tempo, davvero...

Perchè la pubblicità magari non viene cliccata la prima volta che viene vista; perchè se si ha un forum, o un blog, qualcuno dovrà pur rispondere a quei disperati che ti dicono qualcosa; perchè un aggiornamento dei prodotti ogni tanto va fatto; perchè l'ultima news non può essere di tre mesi fa; e poi perchè, sì, dopo un po' una riverniciata al sito bisogna darla...

Insomma piuttosto che spendere x una volta, meglio investire x/n per n anni. Già la pubblicità su internet nessuno ha ancora capito come funziona, almeno prendiamoci del tempo per capire come vanno le cose nel nostro caso....



La foto è di monkeyc.net

Internet è veloce? Mah...

E' uno dei "grandi classici" che si sente a cadenze regolari: "internet è veloce*".

Provate ad accostarlo ad una frase a caso, che parli di rete o meno:
"le pagine del sito devono essere leggere perchè internet è veloce"
"Cattura velocemente l'attenzione del lettore perchè internet è veloce"
"scrivi in modo chiaro perchè internet è veloce"
"faccio tardi dal dentista perchè internet è veloce"
"il mondo finirà nel 2012 perchè internet è veloce"
Torna tutto, no? Soprattutto se è pronunciata da un sedicente "web marketer" che vi vuole giustificare un investimento a caso in rete.

Ma mica sono convintissimo di sta cosa... Insomma, se paragoniamo il computer al televisore, il mouse sarà il telecomando. E vorrei cronometrare se si clicca o si cambia canale più velocemente...

Il punto è sui contenuti: su internet è mediamente più veloce trovare quello che si cerca, e quando lo si vuole. Non ci sono orari, interruzioni pubblicitarie, o sovrapposizione di contenuti.
La tv in rete sta prendendo sempre più spazio, mentre gli esperimenti sul contrario non hanno avuto sto gran successo (tranne che negli hotel, con costi indecenti e usabilità, se possibile, peggio).

Internet non è veloce: mancano termini di paragone, è diverso da qualsiasi altro media.
Internet è più efficiente: e se questo vuol dire più veloce, ok, è anche più veloce. Ma credetemi: la fine del mondo nel 2012 è colpa degli aztechi :)



La foto è di Snapperz

Letargo Finito!



Letargo finito: sul serio.

Qualche mese che non scrivo sul blog: gli spunti ci sarebbero pure stati, ma colpevolmente li ho lasciati passare. Pigrizia, altre cose da fare, stanchezza, sceglietene una...

Riparto con gli spunti di un corso di Assomark: e quindi grazie a Sofia, Simona, Marco, Paolo, Alberto Flora e Fabio (tutti d'accordo a ricevere la newsletter di Ottavotasto... bei matti:): per il tempo, gli spunti, e l'ultima spinta a ripartire col blog.

A prestissimo!




La foto è di Wild Friday