lunedì 31 agosto 2015

La credibilità nel marketing on line

E’ di qualche giorno fa la notizia che Fabrizio Corona terrà un corso di comunicazione: gli argomenti sono vari, si va da “linguaggi di comunicazione e marketing” a “strategie per una campagna web, stampa tv vincente”, passando per la “videocrazia”.

Lungi da me il fare polemica: tutti hanno qualcosa da insegnare, ed erigersi a giudici è sempre rischioso. Piuttosto il fatto mi ha fatto riflettere su un altro fenomeno.

Ho cominciato a studiare marketing quando di web non si parlava ancora. Da quel tempo sono successe molte cose, e sono nati molti strumenti di comunicazione che le aziende non possono -o non devono- ignorare. Questi strumenti sono utili anche per mantenersi aggiornati nel proprio campo di lavoro: insomma, sono convinto che ogni professione possa usare il web per aggiornarsi, risolvere un problema, confrontarsi quotidianamente con altri colleghi.

Per quanto mi riguarda, fondamentalmente mi sono sempre mosso sulle mie due aree di competenza: il commerciale ed il marketing. Mi ha sempre affascinato il modo in cui si intrecciano in soluzioni sempre nuove, contaminandosi continuamente.

Poi qualche mese fa, un po’ per curiosità ed un po’ per necessità professionale, mi sono avvicinato al project management. Capire come organizzare i processi ed ottimizzarli è roba che serve sempre, e mi sono dato da fare.

Il primo passo è stato iscrivermi a qualche gruppo su linkedin e Facebook. E mi si è aperto un mondo. Quello che mi ha colpito è stata la qualità delle discussioni: persone competenti, argomenti interessanti, un livello decisamente alto insomma.

E qui sta il punto: mi è venuto subito da paragonare i gruppi di project management (selezionati oltretutto in modo abbastanza “veloce”), con quelli di marketing e social media (la cui selezione è ormai continua). Il gap qualitativo medio è enorme.

Nei gruppi di marketing e social media è all’ordine del giorno trovare discussioni del tipo:

“sono nuovo in questo mestiere e sto gestendo la comunicazione on line di tre aziende: come faccio a fare un piano editoriale su Facebook?”

“devo curare la pagina di un’azienda alimentare, secondo voi quanto mi posso fare pagare, considerando che ho appena incominciato questo lavoro?”

Ve lo vedete un project manager che scrive le stesse cose? Io no, ed infatti nei loro gruppi non c’è un singolo post di questo tono.

Il problema a mio avviso è la percezione diffusa che fare comunicazione on line sia più semplice, che non valgano le stesse regole degli strumenti promozionali “tradizionali”: le foto del catalogo le faccio fare ad un fotografo, la pagina Facebook la lascio gestire al figlio del mio dipendente…

Ignorare che per fare marketing dietro ad una tastiera servano le stesse basi che fondano la comunicazione off line non è pericoloso: certo si può incappare in “epic fail” che fanno il giro della rete, ma nessuno è mai fallito per una puntata di Report, figuriamoci per un post sbagliato sui social network. Ma si perdono delle occasioni.

Internet contiene tanti strumenti: sta alle organizzazioni scegliere quali utilizzare e come farlo. Se ci si muove nel modo migliore sono tante le opportunità ed i vantaggi che possono capitare. Se si “naviga a vista” invece si rischia semplicemente di perdere quelle opportunità.

Se si passano decine di colloqui per scegliere un project manager, forse è il caso di dedicare un po’ di tempo alla scelta delle persone che si occuperanno dell’immagine aziendale su internet, perché questa è inscindibilmente fusa all’immagine che si ha nel “mondo reale”.


Questo porterà due vantaggi: sempre più aziende cominceranno a sfruttare gli strumenti in rete al meglio, ed il mondo dei social media manager acquisirà quella professionalità percepita diffusa che oggi è così difficile da ottenere.