mercoledì 17 giugno 2009

Live Blogging - "La pubblicita' e' servita"

Sono seduto a meta' della sala, 2500 iscritti, a occhio sono gia' tutti qui.

E speriamo che il Blackberry non spagini...

10.07: PK: crisis means also opportunity,
time to get more market share

10.09: When the succesful company think they
can do everything, that's the beginning of the end

10.17: digitalization makes information faster:
one person witha website can take down a company

10.24: when storm comes, somebody build walls.
Somebody build windmills

10.50: advertise in a recession if you have a value brand, if you launche
A new sub-brand, if you have a new offering

10.59: very important is to have a flexible budget, to react fast

11.03: comincia l'intervista con Bertele' (o e' Morbello?): la prima
Domanda e': "marketing can create value?" Mah...

Update: alle 12.00 sono uscito, subito dopo l'intervento "Prima spremitura dell'advertising: come cogliere i frutti dei media partecipativi" di Giuliano Noci.

Detto questo, Massimo Carraro ha postato un live blogging enormemente più completo del mio, che ho fatto pure fatica a mettere giù i concetti che mi sembravano interesanti. Prendiamola come esperienza per la prossima volta :)

Le impressioni generali ad un prossimo post...

giovedì 11 giugno 2009

E se gli altri media collaborassero con internet?

Internet, il mostro che sta cannibalizzando gli altri media, a volte con sti media ci collabora pure, ed il risultato è quantomeno interessante: Come Melog, programma di Radio24.
Condotto da Gianluca Nicoletti ha una costante interazione con la rete -principalmente la pagina Facebook del conduttore-, dalla quale si prendono continui spunti per proseguire con la trasmissione.
E non è il caso di un paio di mail lette, ma di una discussione in continuo divenire.

A me questo mescolare i media piace: non credo che internet ucciderà giornali e televisione, e pure la radio rimarrà lì dov'è. Piuttosto collaboreranno sempre di più, e la contaminazione porta sempre del buono.

Bisognerà trovare le formule giuste: impensabile gestire un blog dove commentano tutti i telespettatori di un programma tv in prima serata. Ma la strada c'è, basterà solo aspettare...

Un'anteprima non è poi sempre sta gran idea...


Il logo dell'immagine italiana nel mondo è arrivato, ed in rete si è scatenato il "tiro al piccione*", sport abbastanza facile visto l'oggetto del contendere.
Oggi poi si scopre che l'incriminato "è solo una bozza", e il ministro de turismo corre a dichiarare che l'unica cosa sicura è che "possiamo però anticipare che i colori utilizzati saranno il bianco, il nero, il rosso ed il verde**"

Ok, il logo non è il massimo, ma quello che mi incuriosisce è quello che ci sarà dietro: il portale, gli spot, e chissà cos'altro. Si accenna al fatto che il logo in questione è solo la fine di uno spot, e che verrà presentato in movimento: tutto bene, ma un'anteprima la fai per due ragioni: vuoi testare il prodotto, o suscitare curiosità.

Possiamo dire che il prodotto è stato testato, e così bene che nessuno si è ancora chiesto cosa ci sia dentro l'intero pacchetto. Quindi l'effetto di suscitare curiosità non è stato centrato.

Quindi perchè è stato presentato un logo che non è un logo, parte di un progetto di cui non si sa ancora nulla, ma che vista la passata esperienza di Italia.it non gode di sta gran fiducia?

Impressione mia, ma la comunicazione poteva essere gestita in maniera un tintinnino migliore...




*Link non ne metto che sono troppi, accontentatevi di una veloce ricerca su Google

**solo cambiando l'ordine: bianco rosso verde e nero? Beh, per il logo dell'Italia la fantasia non è mancata :)

Keep it Simple!


The laws of simplicity: il blog di John Maeda che parte da 10 regole per semplificarsi la vita.

Ok, ok, la solita pappa zen che promette il raggiungimento della serenità? No, perchè la cosa bella del blog sono gli esempi pratici, le foto scattate col cellulare: un po' quel "blog on the road" che non ti aspetteresti da come è impostato il tutto. Se poi ci aggiungi che il tutto sa decisamente di minimalismo -che mi affascina sempre-, ce n'è abbastanza per un post.

Poi magari leggo pure il libro che ha scritto John sull'argomento e vi aggiorno!


via

venerdì 5 giugno 2009

Competition Vs cooperation



L'immagine a destra è mio nuovo desktop, frutto di un po' di lavoro su Photoshop. L'idea mi è venuta quando ho letto un'intervista a Sergio Marchionne, che nel suo ufficio ha un quadro nero con la parola "competition". Come una minaccia commenta l'intervistatore.

Mi piaceva l'idea, ma non mi convinceva del tutto: il risultato è quello che vedete accanto (disponibile si Flickr se qualche matto volesse scaricarlo :).

E' finito il tempo in cui il focus dell'azienda erano i concorrenti e la concorrenza.

Oggi il focus deve essere rivolto alle persone* ed alla cooperazione. Per assurdo è il modo migliore per vincere la gara sul mercato.

Perchè se si fa la propria corsa sui concorrenti che probabilità si ha di arrivare primi? Il più delle volte si finisce a copiare e a rincorrere gli altri.

Meglio allora chiedere direttamente a chi compra -o potrebbe comprare-, per modulare l'offerta alle esigenze. E lasciare gli altri a rincorrere :)



*li volete chiamare clienti? vabbè, per questa volta...

mercoledì 3 giugno 2009

Presta a tutti il tuo orecchio, a pochi la tua voce

-Il titolo del post dovrebbe essere di Shakespeare, ma non avendo trovato la fonte esatta dell'opera la mano sul fuoco non ce la metterei :)-

Hai un bel da insistere sul condividere, chiedere il permesso a contattare, coinvolgere, creare tribù. La rete non c'entra: del resto quello che accade in internet è -quasi- sempre un riflesso dei comportamenti che si hanno a computer spento.

Facciamo tutti un passo indietro: la questione è l'ascolto delle persone. Possiamo spacciarlo pure per push-pull strategy, crm, tribal marketing, ma in fondo il concetto è semplice: fai quello che chiede la gente*. Mettiamo da parte per un attimo sito internet, forum, blog, e pure Facebook. Sono tutti strumenti che amplificano quello che si vuole fare. Ma dobbiamo voler fare la cosa giusta (o almeno andarci vicino:).

Poi tocca litigare con il reparto R&D perchè "sta roba te la fai tu col piccolo chimico", con la logistica perchè "il magazzino è pieno e sta roba te la metti tu in garage", con la direzione perchè "zitto e vendi", e pure col centralino perchè "chiedono tutti cose strane in lingue strane". E mettiamoci pure che in tempi di crisi tutti hanno le loro sacrosante ragioni.

Ma se la domanda si restringe la risposta è una: vince chi offre quello che chi compra vuole.

Se si è fortunati quello che chiedono le persone magari non costa poi così tanto, ma quanti sanno quello che vogliono fuori dai cancelli dell'azienda?






*tranquilli, so che state pensando a quei casi in cui vi siete prostituiti ad un cliente che non poteva capire: il rischio non c'è, fortunatamente è finita pure l'era del cliente che ha sempre ragione. E sì, lo sanno anche i clienti :)