domenica 18 gennaio 2009

Se le aziende sono le persone, fonderle rimane comunque troppo


Siamo alle solite: non appena si diffondono voci sulla salute di Steve Jobs, il titolo Apple perde in borsa e serpeggia una malcelata paura sul futuro dell'azienda.

A prescindere di quanto la salute di un personaggio pubblico debba essere un fatto privato, il fatto qui è che Apple sta pagando una strategia di comunicazione che è andata alla grande fino a poco tempo fa, ma ora qualche crepuccia la mostra.

Apple è Steve Jobs. A forza di vedere lui in tv, a presentare prodotti nuovi, a fare le pulizie alla notte, tutti ormai identifichiamo l'azienda con una persona. E solo con quella.

Con Bill Gates e Microsoft è diverso: entrambi i concetti ricordano un "geek un po' imbranato", ma nella testa di tutti "persona" e "azienda" rimangono due concetti separati.

Steve Jobs vivrà certamente ancora a lungo, ma una cosa la deve fare in fretta: far brillare un po' Apple di luce propria, far conoscere altri per i propri meriti, e non perchè lo sostituiscono in una convention. Altrimenti ogni starnuto potrebbe costargli qualche milione di dollari.



La foto è di Roberto Garcia

domenica 4 gennaio 2009

Comunicazione, fisica, ed un premio Nobel

Dalla quint'ultima pagina del libro letto durante le vacanze sulla neve esce questa citazione:

[...]Occorre fornire tutte le informazioni per aiutare gli altri a giudicare il valore del vostro contributo; non si possono dare solo quelle che orientino in un determinato modo. Questa idea sarà più chiara se la si confronta, per esempio, con la pubblicità. Ieri sera ho sentito che l’olio Wesson* non impregna il cibo. E’ vero. Non è uno slogan disonesto. Ma sto parlando di qualcosa in più: l’integrità scientifica si colloca a un livello più alto della non disonestà. Quello slogan pubblicitario avrebbe dovuto aggiungere che nessun olio impregna il cibo, alla giusta temperatura. A una temperatura diversa, invece, tutti impregnano il cibo, compreso l’olio Wesson. In questo modo si fornisce un rapporto causale, non il semplice fatto (che in sé è vero). Questa è la differenza con la quale dobbiamo misurarci.[...]

Ora, qui si sta parlando di come esporre dati scientifici, e la frase è tratta dal discorso di inaugurazione dell'anno accademico 1974-75 al Californian Institute of Technology: ma volete che un premio Nobel come Richard Feynman non avesse visto lungo? Appunto.

Non è possibile fare comunicazione senza nascondere omettere qualche particolare, o dare rilevanza ad un'ovvietà? Non che sia facile, ma a volte sforzarsi, solo un pochettino...



P.S: Proposito per il 2009: rileggersi la definizione di "vantaggio competitivo", e puntare su quello ogni volta che si parla di comunicazione...


* L'olio Wesson esiste ancora: non lo linko e non lo taggo nemmeno, che se mi denunciano non me lo posso permettere: mica ho vinto il Nobel, io :)