giovedì 12 marzo 2009

Se l'email morirà, l'assasino non sarà Facebook


Il Guardian ha commentato una ricerca di Nielsen su social networing. E cosa mette in risalto?

"It's easy enough to understand the shift towards social networking from email. Email has a huge spam problem, and efforts to stop spam frequently block legitimate messages. It's quicker to use Twitter, Facebook or an instant messaging service and there's less chance your message will be lost or blocked."

Ok, Facebook* è un fenomeno dal quale non si può prescindere, ma saltare a certe conclusioni non è un po' affrettato?
L'email ha caratteristiche che la rendono non sostituibile con i social network: Facebook sul cellulare è bello, ma non sostituisce la posta elettronica (di lavoro e non). Non sono ancora morte buste e francobolli, figuriamoci.

Il pensare ai social network come la panacea di tutti i mali porta le aziende ad andare su FB e SL, per poi accorgersi che serve a poco. Per uccidere le mail servirà ben altro, e di alternative in giro per ora non ne vedo...


PS: ok, c'entra il giusto, e non ho nemmeno la passione dei video pubblicitari su Youtube. Ma quando sono così sfacciati mi stanno subito simpatici (via)





* e dite a qualche giornalista che oltre a FB ce ne sono degli altri: i più evoluti si fermano a Twitter


Il disegno è di Sidereal

domenica 1 marzo 2009

How to make a Tribe?

Con un post di Gianluca torna l'argomento del creare -e mantenere interessata- una tribù* attorno al proprio marchio.

Sul fatto che Facebook non sia il posto giusto siamo tutti d'accordo: il solito problema di chiedere attenzione in un posto dove la gente va per fare altro.

Seth Godin ha basato il suo ultimo libro sull'importanza di avere un gruppo chiuso, ristretto con il quale dialogare. Rimango dell'idea che non possa essere tutto qua.

Se propongo di formare un club esclusivo di persone, le prime ad iscriversi saranno i fan sfegatati del mio marchio. Il rischio è che il loro senso critico possa essere "offuscato" dall'entusiasmo. Certo sono loro i più reattivi alle nuove proposte, ma mi posso davvero fidare ad utilizzarli per misurare il livello di servizio che offro? O posso aspettarmi da loro una critica su cui lavorare per migliorare?

Oppure: in un momento di crisi, la tribù si riduce: clienti che si perdono, persone che perdono interesse per certi argomenti... come mantenere un numero ideale di interessati? E qual'è questo numero? Poi sì che si finisce si Facebook (qualche tempo fa era Second Life, ora chi ne parla più?).

Tu azienda, vuoi la tua tribù?

Creala cominciando a "dare": notizie, informazioni, consulenza.

Cerca le persone nei luoghi dove è già chi può essere interessato ai tuoi argomenti, non a caso, o segmentando per età/lavoro/reddito (sì, c'è chi lo fa ancora: che teneri :) ).

E non mettergli dei limiti, perchè se e quando sarai in difficoltà sarai la prima a toglierli.

Continua a "dare": farsi ascoltare la prima volta è semplice, il difficile è costruire un rapporto duraturo -un po' come con le ragazze, insomma-.

Rispondi a tutti (o provaci), anche se capitano in contatto con te per caso e non li sentirai mai più.

Ok, fin qua tutto semplice: domani comincio a provarci io. Fra qualche mese ne riparliamo e spero di non dover ammettere che tutto questo non serve a una cippa. Speriamo.. :)




* Il solito problema dell'inglese: "tribe" è figo, tribù fa tanto pubblicità dei telefonini. Per quello almeno il titolo del post è in inglese :)