domenica 20 ottobre 2013

Il costo di un sito è solo l'inizio :)

Sarà la crisi, ma in ogni angolo si sente parlare di e-shop: sembra che "vendere su internet" possa essere la soluzione ai mali del mondo...

Ok, può sicuramente essere una possibilità, e può portare risultati in tempi brevi. Il più delle volte invece ci vuole qualche mese per far partire il carrozzone di un sito che commerci on-line.

Ma la domanda che di solito ti viene fatta è "quanto costa un sito per vendere in internet?". La risposta è sempre la stessa:

"meno del resto"

Nessuno ci pensa, ma il sito non basta per vendere on line: bisogna riorganizzare il magazzino, decidere chi segue il back-end del sito, gli ordini, chi risponde alle mail, o al telefono. E a tutta questa gente bisogna insegnare a fare "quasi" un lavoro nuovo.
E come si struttura il magazzino?
E gli imballi?
Ordine minimo, che facciamo?
E che corriere si usa?
E le tariffe doganali?

Si può andare avanti per un bel po' :)

Insomma non basta mettere su un bel negozio on line, con un carrello intelligente e un processo di acquisto veloce, rassicurante e semplice.

 Bisogna strutturare un pezzo di azienda a servire quelli che compreranno on line. Che saranno diversi dai vostri soliti clienti, e vi faranno domande diverse, e saranno pronti a esaltarvi -o crocefiggervi- in maniera diversa, e molto più efficace dei clienti tradizionali.

Magazzino, customer care, spedizioni, commerciale... tutte persone che dovranno fare qualcosa in più. Qualcosa di diverso. Ed è bene saperlo prima... :)

 

lunedì 7 ottobre 2013

Nutella: copiare sì, ma con un passo in più!

"I cattivi artisti copiano, quelli buoni rubano"
Pablo Picasso

Che Nutella per il suo nuovo spot abbia "preso spunto" da Coca Cola è fuori discussione: sta storia dei nomi sul vasetto ricalca i nomi sulle bottiglie. Anche la tempistica è perfetta: la Coca Cola lanciò l'operazione nomi a primavera, quando comincia il caldo ed i consumi aumentano. La Nutella ha scelto l'autunno, quando anche per lei le vendite risalgono (sì, anche io mangerei Nutella pure in spiaggia ma "non si fa"...).

Differenze?

Coca Cola l'ha buttata tutta sul "condividi questa Coca Cola con...". Bello, a parte il verbo "conividere", che per chi lavora un po' con internet comincia a stomacare...

Nutella fa un passo in più, con uno spot decisamente più coinvolgente: sarà la vecchia storia che la cioccolata si mangia per premiare sè stessi, ma qua non si condivide nulla. Anzi: mangi Nutella da così tanto tempo che ormai vi conoscete, e lei ti chiama per nome :)

Sarà da malato, ma queste differenze sottili mi affascinano un casino... e godetevi lo spot, ancora una volta che ne vale la pena :)


mercoledì 2 ottobre 2013

Cosa è mancato ai guerrieri di ENEL?


Ne hanno scritto in tanti su ENEL e sulla campagna #guerrieri, ed entrare adesso in tono polemico sarebbe arrivare un po' tardi.

Riassumiamo in 2 righe cosa è successo perché non è questo che ci interessa:

ENEL lancia una campagna mirata a un po' tutte le piattaforme: parte da uno spot televisivo (questo, bellissimo secondo me), per spingere le persone a generare contenuti sul web (Facebook, Twitter) su come ognuno di loro si senta uno dei #guerrieri che lottano ogni giorno, di come sia possibile vincere la propria battaglia, anche grazie all'energia. Di ENEL, ovvio :)

Effetto indesiderato: sui social network si è generata una contro-campagna -quasi- spontanea che attacca ENEL su ecologia, servizi e chi più ne ha più ne metta. Un effetto boomerang che oggi in molti si chiedono se era possibile evitare.

PEr chi volesse approfondire la storia fino a questo punto:

Qui la storia dell'effetto boomerang di #guerrieri
Qui un'analisi della campagna con l'occhio di un pubblicitario (con cui sono d'accordo al 100%)
Qui il post definitivo di Matteo Flora, che spiega da dove è nata (e si è alimentata) la contro-campagna, e da dove arrivano i #guerrieri che hannoc ondiviso le loro storie (sembra per la maggior parte da una società esterna, ma leggete e guidicate voi).

Ma torniamo alla domanda: era possibile evitare quanto è successo?

Questa è una di quelle campagne che mi sembrano "troppo marketing e poco prodotto". ENEL, tu puoi dirmi bravo finchè vuoi, puoi chiamarmi guerriero, beato e pure santo. Ma il nostro rapporto in fondo è: tu mi dai l'energia, io pago la bolletta. E siamo pari.

Forse se insieme alla campagna (che non voglio sapere quanto sia costata) si riservava un po' di budget per premiare i guerrieri, allora FORSE il tutto sarebbe stato percepito in modo diverso. Un po' come un amico che ti dica "io per te ci sono", e poi non risponda al telefono.

Bastava poco, fate voi: uno sconto in bolletta, un aumento dei termini di pagamento alle piccole imprese, co-marketing fra i clienti. I modi sono tanti, sicuramente persone più brave di me ne avrebbero trovato uno.

Una campagna molto bella, con uno spot azzeccato e coraggioso (chi ha le palle di non mettere il proprio logo?), rovinata a mio parere da quel piccolo passo in più che si poteva fare.

Perchè la mia impressione è che al giorno d'oggi le persone pensino che le belle parole non servano più: oggi più che mai, contano i fatti...