martedì 13 aprile 2010

Da clienti a passaparolai: ovvero l'amplificazione del marketing

Qualche giorno fa Gianluca (dal quale ho pure copiato gli effetti speciali delle immagini di questo post:) postava un paragone fra il peso del MdC (marketing dei conoscenti) e quello del MpS* (marketing per sconosciuti).

Insomma, il confronto fra i clienti che arrivano perchè attirati da un tuo messaggio pubblicitario e quelli "incoraggiati" dal caro vecchio passaparola.

Eh, bella cosa il passaparola, che sia su internet o di persona, anche se non si tratta di ammorbidenti :). Ma: quando una persona si fa "portavoce" del tuo prodotto, o del tuo servizio? E perchè lo fa?

Qualcosa dovrai pur fare per meritarti una segnalazione che non ti costa nulla, ma che mette a rischio chi la fa (chi lo sente poi il parente insoddisfatto per una cosa che gli hai consigliato TU?!?)

Bisogna fare qualcosa in più per sti ragazzi perchè vadano in giro a parlare bene di voi ad ogni occasione: portarsi insomma sulla linea tratteggiata:


Superare quel livello di soddisfazione normale che chiunque si aspetterebbe, mettendoci qualcosa in più...

Ok, costa tempo, energie, ed anche qualche euro: ma conviene?

Sì:


Più si approfondisce la "conoscenza" (il rapporto) con le persone, più queste si fideranno, più compreranno da voi e più parleranno di voi in giro: Insomma crescerà il ROI per ogni contatto. Che poi in questo caso possiamo parlare pure di ROA (Return on Acquaintance, intendendo la conoscenza delle persone...)

E poi col passare del tempo il costo per mantenere il contatto con le persone cala pure, che volete di più?

Senza fare salti mortali, cercare di dare qualcosa in più nel prodotto e nel servizio, per aumentare il circolo virtuoso del passaparola: del resto, i casi bene o male sono 3:


Proviamo a far qualcosa per portare un po' di gente sulla terza riga? :)




*Le definizioni sono sue, prendetevela con lui che dove trovarlo lo sapete :)

lunedì 12 aprile 2010

A me ste cose spaventano...

Di poco tempo fa questo post di Seth Godin, in cui analizza passo passo la bottiglia di un sapone. Bel packaging, ben illustrato, e mi ha fatto venire in mente una cosa. Insomma, ho sta mania di leggere le etichette di tutte le bottiglie e confezioni varie entrino nel mio bagno.

Senza fare nomi -ma solo link-, la settimana scorsa mi sono trovato in mano un shampoo parlante. Insomma, cose sull'etichetta del tipo "Lasciami accarezzare i tuoi capelli con il mio abbraccio di seta", oppure "ti donerò il liscio glossy che hai sempre desiderato".

Che uno shampoo mi dia del "tu" fa già impressione. E allora vado sul sito, trovo la pagina della mia bottiglia viola, e trovo questa frase: "Clicca sulle bottiglie per saperne di più. Vai avanti, lo sai che lo vuoi".
Alla faccia del call to action: sono tre notti che mi sveglio tutto sudato dall'incubo di un'enorme bottiglia di shampoo che mi urla "Tu mi vuoi, arrenditi!!!".

Sono diventato troppo impressionabile, decisamente la pubblicità di oggi non fa per me...


L'immagine è di autumnsensation

martedì 6 aprile 2010

Qual'è la sorpresa del tuo prodotto?

Spero che tutti abbiate passato una buona Pasqua. Tranquilla, rilassata, e con l'uovo. O la colomba, certo.

Ma oggi a noi interessa l'uovo, perchè ha la sorpresa. Piccola, inutile, kitsch, tutti sfoderiamo il bambino che è in noi mentre apriamo l'uovo. Perchè c'è la sorpresa. Anzi l'aspettativa è tale che si rischia comunque la delusione: se la sorpresa è -come praticamente sempre- al di sotto delle aspettative ci rimarrai male; ma la tragedia sarà completa se la macchina distribuisci-sorprese-nelle-uova avrà toppato proprio per il tuo, e non ci troverai nulla.

Il bello della sorpresa è quindi nell'aspettarla. Nel sapere che ci sarà, senza farsi illusioni sull'entità.

Allora quale è la sorpresa* del tuo prodotto? Se non ce l'hai, come mettercela dentro? Come aggiungere a quello che vendi una parte che crei aspettativa, che renda sto benedetto processo di acquisto qualcosa che valga la pena provare, e non un tip-tap sui chiodi.

Non sto parlando di macchinine da montare: la sorpresa deve essere qualcosa che ha a che fare con quello che vendi -o promuovi.

Provaci: qualunque cosa tu venda, identifica -o aggiungi- la "sorpresa" del tuo prodotto, e promuovila come tale. Non deve essere una gran cosa, ma carica di aspettativa e-magari- di un po' di magia...



*Piccola osservazione: la sorpresa non è un regalo per chi produce uova: è naturalmente contabilizzata nel costo dell'uovo, quindi tranquilli. Non dovete regalare nulla :)


La foto è di redrickshaw