Marco Massarotto ha passato un po' di tempo in Cina, ed ha scritto un post sulla mancanza di brand nel sistema di mercato cinese.
In parole povere, una delle maggiori potenze economiche del mondo nel suo mercato interno ha una predominanza forte di brand stranieri (che non vedevano l'ora di mettere le mani su un mercato con quei numeri), mentre all'estero è percepita come fotocopiatrice di altre marche, con copie più o meno riconoscibili.
Pochi i marchi cinesi che vanno controtendenza, affermandosi a livello internazionale.
Tralasciando l'osservazione di marco -peraltro giusta- che "i cinesi le marche occidentali se le comprano", penso a come sia cambiato il processo di costruzione del marchio negli ultimi anni:
Prima:
ho un prodotto, costruisco il mercato, e gradualmente investo per promuovere un marchio che è conosciuto, magari in una nicchia, ma una sua forza già ce l'ha.
Adesso:
Ho un prodotto, cerco di costruire il marchio con investimenti promozionali per far partire le vendite.
Con il mercato interno che la Cina ha, la mia impressione è che pian piano cominceranno ad esportare marchi che un loro fatturato già lo muovono. E questa mi sembra una tattica sana. Fra qualche tempo riusciranno pure a cambiare il percepito di bassa qualità che ora abbiamo dei prodotti cinesi. Del resto molti -tutti?- prodotti Apple vengono già da là.
Nel futuro prossimo, anche per la crisi, sarà necessario ripartire dal prodotto. E se questo avrà il sacrosanto vantaggio competitivo allora i metodi e le risorse per promuoverlo arriveranno.
Sempre che la Cina non ci superi ancora una volta, anche in questo...
L'immagine è di jplust
giovedì 15 luglio 2010
La Cina è vicina? Fra un po' ci sorpassa. Di nuovo...
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