mercoledì 21 luglio 2010

Standaridzzare l'eccellenza: quando anche in cucina si impara del marketing...


Rimanendo sugli spunti che arrivano da altri settori, qualche tempo fa ho conosciuto un cuoco* ad un corso di “project cooking”.
Una frase dello chef mi è rimasta impressa:

"standardizzare è sempre un vantaggio, ma non deve essere sinonimo di bassa qualità. Bisogna standaridzzare l'eccellenza"

Standardizzare l'eccellenza: figo no?

Scordarsi che lo standard debba per forza essere un pezzo di plastica pressofuso venduto in un supermercato a 99 centesimi: può anche essere la portata migliore di un ristorante. Anzi, un piatto per un ristorante deve essere standard: non importa se cambiano le materie prime, o se fa troppo caldo: se fai mangiare male un cliente lo perdi. E se poi questo lo dice a Google i danni sono calcolabili solo a posteriori :)

Ma se può essere standard un tortellino (che per me rimane uno dei migliori prodotti mai concepiti da mente umana), allora si può fare -quasi- con tutto!

Implementare le procedure che mirano ad offrire un servizio/prodotto il migliore possibile. Fare le cose come si deve, insomma. e non è detto che costi di più: a volte può bastare razionalizzare un processo, impiegare meglio le risorse, risparmiare tempo su una cosa ed impiegarlo nel controllo di ciò che si è fatto.
Fino al momento in cui in condizioni normali (o anche in emergenza) si ottenga sempre un prodotto di livello alto. Senza compromessi.

Piccolo suggerimento: evitare di usare la frase "si è sempre fatto così": sarebbe un ostacolo quasi insormontabile...


* Michele Cocchi sul sito "idea in cucina" offre anche il servizio "ristorante a domicilio: il miglior modo per far finta di saper cucinare... :)
Ah, dimenticavo: anche la foto è di una sua creazione...


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