Del fatto che nei tempi duepuntozero un'azienda non possa permettersi di predicare bene e razzolare male se ne parla tanto (figurarsi, l'ho fatto anche io).
Molti brand con la faccia (o a volte soltanto la maschera) da bravi ragazzi sono già passati sotto le forche caudine dei blogger, che sembra non vedano l'ora di fare un appunto a chi sbaglia.
Ma qui si tratta di un fatto un po' più grave del solito. Commesso probabilmente da un collaboratore esterno dell'organizzazione in questione -Carrefour-, la quale può probabilmente considerarsi vittima della situazione. Ma non per questo non si deve sentire obbligata a rimediare.
Della parte "brand reputation" ha già scritto -benissimo- Maurizio, non voglio fare un doppione.
Ma dipendenti e collaboratori esterni rappresentano sempre e comunque la faccia dell'azienda verso che le si avvicina: basta un comportamento sbagliato a mandare in vacca un bel po' di euro spesi in comunicazione, pubblicità e customer care. In questo caso però mi viene da pensare che si possano fare corsi di comunicazione, direttive aziendali e altre mille cose. Ma dall'episodio singolo è difficile difendersi: è necessario essere veloci a chiedere scusa e rimediare...
PS: Luca invita a mandare una mail a servizioclienti@carrefour.com: io l'ho fatto, non fosse altro per dimostrare che su ste cose un po' di gente che si muove c'è...
Aggiornamento 15/09: Carrefour ha risposto a chi gli ha inviato la mail, scusandosi e assicurando provvedimenti sulla vicenda. Quando si dice il "lieto fine"...
Foto di Heather Louise Photography
domenica 14 settembre 2008
Mantenere la reputazione on e off line
Pubblicato da Unknown alle 23:47
Etichette: brand, carrefour, pubblicità, reputazione
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