Chi glielo dice a “quelli della pubblicità” che non ci
incantano più se non dicono la verità?
Spiegategli che ormai sappiamo che un sapone per mani non idrata la
pelle.
Che un detersivo non lava più bianco.
Che sappiamo benissimo chi miagola fra un cane ed un gatto,
ma non vi manderemo un messaggio con la risposta per trovarci abbonati a sfondi
e suonerie.
Che più il testimonial è famoso, meno ricorderemo il prodotto.
Che nemmeno le donne nude funzionano più tanto, da quando si
usano anche per il silicone (quello per sigillare, non per le protesi…).
Impareremo presto anche che se è vero che un pieno di gpl
costa 15 euro, poi non faccio gli stessi chilometri che con un pieno di
benzina. Insomma risparmio, ma giusto un po’ più che con il diesel.
Stephen Leacock ha scritto che "la pubblicità si può descrivere come la scienza di fermare l'intelligenza umana per il tempo necessario a spillare quattrini"
Bene, da un po’ di tempo questo tempo si sta allungando. O mi dici qualcosa
che mi interessa sapere, o ti dimentico.
Insomma, la pubblicità, o meglio la comunicazione in genere
deve ricominciare dalle basi e dire cosa A fa meglio di B. O nei casi migliori cosa
A fa che B non pensa nemmeno sia possibile fare.
Gli aggettivi stanno sempre più perdendo importanza verso
nomi e verbi.
Mettiamo un punto e andiamo avanti, che ce n’è bisogno...
Nda: Questo è uno sfogo, scritto di getto, quindi non ha
link. So che non si fa, ma per una volta perdonatemi J
E per dirla chiaramente, non sono assolutamente convinto che
la pubblicità non funzioni più, o che sia morta. Solo che prima si cambia
stile, prima (ri)comincierà a funzionare meglio…
0 commenti:
Posta un commento