Lo so, di questo ho già scritto, ma non conto più le persone che mi parlano male del proprio posto di lavoro. A volte è solo una critica circostanziata, a volte si sfiora la situazione tragica. E risulta chiaro che se le cose fossero migliori ne godrebbe in primo luogo l'azienda stessa. Ma non si può dire, altrimenti si viene additati come quelli che criticano sempre (e magari portano pure sfiga).
Se va bene si viene solo crocifissi in sala mensa.
Salta all'occhio come l'internal marketing sia un'utopia (a meno che non significhi un bel corso motivazionale, tenuto da consulenti pagati a peso d'oro, che cercano di convincerti che "il lavoro è il tuo hobby perchè ti piace farlo*": ma siete matti?)
Prima di ascoltare fuori dall'azienda, bisogna essere pronti ad ascoltare dentro.
Anche perché avere dei dipendenti persone che parlano bene del posto in cui lavorano è importante, soprattuto in Italia dove molte imprese sono fortemente territoriali (e le voci corrono).
La "cassetta dei consigli anonimi" non serve a nulla: solo a farsi il sangue amaro pensando "chi ha detto questo di quello".
Bisogna cambiare mentalità. Umiltà e orecchie aperte. Chi lo spiega all'imprenditore medio italiano?
*ci hanno provato, giuro...
Foto di akav
giovedì 26 giugno 2008
Le voci corrono...
Pubblicato da Unknown alle 01:39
Etichette: internal marketing
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2 commenti:
In media l'imprenditore italiano è indietro, è rimasto a idee e concetti vecchi di un paio di decenni.
Molte imprese italiane arrancano proprio per organizzazione e mentalità interna, non per la mancanza di qualità o prodotti interessanti. Ma in questi casi si fa presto a dare la colpa alla recessione, al prezzo del gasolio, alla guerra in Iraq, ai cinesi.. (NOTA: tutte scuse reali, sentite all'interno di una azienda di software !)
strano: sono in un altro settore ma le scuse sono esattamente le stesse :) Qualcosa vorrà pur dire...
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