lunedì 21 aprile 2008

Alla fine Scorsese è quello che ci guadagna di più

Sei un'azienda spagnola, produci spumanti e vini di gamma medio-alta, e vuoi fare uno spot. Vuoi proprio fare una gran cosa, quindi affidi la regia a Martin Scorsese, mica al primo torero che passa... La trama la prendi facendo un remake di Hitchcock, con finale simpatico a sorpresa. Hai speso un'esagerazione, quindi sei soddisfatto, convinto che un investimento tale (lanciato pure sotto Natale dell'anno scorso) produrrà infiniti volumi di vendita ed attenzione sul brand negli anni a venire, perchè in tv passa questo:



Bello, davvero. Ma cosa mi dice del prodotto? qual'è il vantaggio competitivo che mi mette in risalto? Perchè insomma devo comprare due casse da sei bottiglie del tuo "reserva" ed ubriacarmici durante tutte le feste natalizie? Non è che se al posto della tua bottiglia ne metto una a caso fra quelle in commercio lo spot funziona lo stesso? Perchè se è così le vendite saliranno -forse- per un semplice effetto ricordo (direttamente proporzionale al numero di volte per cui lo spagnolo medio avrà visto il tuo spot), per poi disperdersi, perche nulla alimenta il ricordo del tuo brand. Non hai detto niente di nuovo agli spettatori, un motivo per brindare con la tua bottiglia. Ci hai messo Scorsese, che ha fatto un gran bel lavoro. Ed alla fine, forse, è quello che ci guadagna di più.

P.S: questo è lo spot vincitore del "Grand Prix de tv Fiap* 2008". Ora, se si parla di tv ci può stare, se si parla di pubblicità secondo me qualche base manca...

via


* "Festival Iberoamericano de la Publicidad"

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