Le primarie negli USA si avviano al giorno (forse) decisivo, e l'impressione e' che le campagne siano condotte piu' sul denigrare l'avversario che sulle proposte concrete.
Forse arriveremo anche in Italia a questo livello (ci manca solo quello da noi...), ma oltreoceano accanto a consulenti che si preoccupano del colore della cravatta o del tailleur del proprio candidato, si muovono schiere di investigatori che scavano nella vita dei contendenti (del proprio partito...) per screditarli. I loro scandali farebbero sorridere i nostri politici (servizio militare in basi "comode" durante la guerra, finanziamenti da dubbi personaggi, telefonate private addebitate alla comunita'). Ma e' centrale la linea strategica: mettere in cattiva luce l'avversario rende di piu' e costa meno fatica che convincere l'elettore della bonta' delle proprie proposte.
Se in America sono sempre avanti di qualche anno e questo e' quello che aspetta anche noi, e' una tristezza...
martedì 5 febbraio 2008
Il futuro del marketing politico
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