mercoledì 30 gennaio 2013

Il male e il bene dell'esperienza

Un paio di giorni fa Maurizio Goetz sulla sua pagina FB ha postato questo:


Nei commenti è venuta fuori una discussione che avrebbe potuta essere anche più lunga, ma ste cose non è che si possano controllare.

Ma l'argomento mi piace, quindi riporto qui cosa ne penso.

Meglio un collaboratore con esperienza o uno senza?

La risposta facile: chi è senza esperienza porta idee nuove, senza preconcetti, è capace di valutare le situazioni da un punto di vista nuovo.

Tutto vero, ma a volte serve pure l'esperienza.

Un collaboratore "vergine" del settore in cui opera rischia di proporre cose già viste. Che ha già fatto qualche concorrente, o l'azienda stessa.

Perchè puoi pensare lateralmente finchè vuoi, ma a sto mondo trovare un'idea originale mica è tanto facile...

La soluzione sarebbe allora affiancare due figure: una con esperienza, memoria storica e conoscenza del settore, ed un "cane sciolto" completamente acerbo.

Ma spesso la dimensione delle aziende italiane non permette questa sovrapposizione di ruoli, e non parliamo di crisi :)

Terza e ultima soluzione: l'imprenditore assume il giovane rampante, e lo segue passo passo indirizzandolo e correggendolo in caso incappasse in qualche "sentiero già battuto". Questo però limita il numero di figure del genere, altrimenti l'imprenditore si mette a fare un altro mestiere...

La cosa può funzionare in caso di responsabile di un ufficio con esperienza, e team di giovani pieni di belle idee. Ma serve un responsabile illuminato e pronto a mettere in gioco le proprie idee. E trovarlo potrebbe essere la parte più difficile della situazione...

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