venerdì 11 febbraio 2011

La preveggenza nelle organizzazioni: la solita storia del prevenire, del curare...

Sì, è un periodaccio: c'è crisi, i clienti non pagano, i prezzi sono depressi, non ci sono ordini... un po' la stessa storia per -quasi- tutti.
Ma oggi parlando con un collega è uscito un concetto che di sti tempi calza a pennello. Una di quelle cose da poster sulla motivazione, che ti ripetono ai corsi, ma che si dimentica proprio quando è necessario applicarla.

Essere attivi nel risolvere un problema è solo metà del lavoro: non serve a molto se non si è proattivi nel cercare di evitarlo il problema, prima che si verifichi.

No, non serve la sfera di cristallo, almeno non sempre.

Un ufficio acquisti prevede se una materia prima arriverà in ritardo
Un commerciale sa che probabilmente non riuscirà a rispettare una data di consegna
Un produttivo immagina che una produzione potrà avere dei problemi

E non fare nulla sperando nella fortuna per poi dire "c'è un problema, non si può fare nulla", è quantomeno criminale.

Certo, informazioni del genere all'interno delle aziende seguono quasi sempre canali informali, altrimenti si corre il rischio di essere considerati uccelli del malaugurio (per non dire di peggio)... Ma è fondamentale che questo flusso esista, giri, generi scambio, venga utilizzato per prevenire.

Altrimenti tutta la comunicazione del mondo non potrà salvarvi la faccia davanti a clienti imbestialiti che se va bene vi tempestano di telefonate, se va male vi rovinano su internet.

Certo, per tutto questo serve quel mito che va sotto il nome di "spirito collaborativo" (o gioco di squadra, o chiamatelo come volete). Che non si crea dal nulla, ma si coltiva con pazienza per tanto, tanto tempo.

Se non ci avete ancora pensato, cominciate da adesso. E' già tardi...

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